mercoledì 9 giugno 2010

Bhopal, 25 anni dopo.

Nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, nella fabbrica di pesticidi Union Carbide di Bhopal una reazione chimica consentì ad una nube di 40 tonnellate di "fumo bianco" di seminare morte e distruzione. Oltre 10.000 (diecimila) morti in tre giorni e circa 25.000 (venticinquemila) negli anni successivi ed oltre 500.000 (cinquecentomila) bambini, donne, uomini colpiti da devastanti patologie causate dall'inquinamento di terra, aria e acqua. Oggi, a 25 anni di distanza, la sentenza di un tribunale distrettuale indiano ha comminato le condanne: i "negligenti" dirigenti della fabbrica (otto indiani perché gli altri sono latitanti a casa loro negli USA) hanno subito la dura condanna a due anni e ad una multa in rupie equivalente a 1.480 euro. Sarà il caso di commentare?
Interessante leggere questo articolo in merito... E il vomito mi soffoca il cuore!

2 commenti:

  1. No comment.

    Tranne... GRAZIE!!! di essere entrato nell'esercito dei microbi.. o meglio, degli anticorpi... questo mondo ne ha davvero bisogno!

    RispondiElimina
  2. Ho letto anche i commenti sotto all'articolo del Corriere, concordo che non si debba rigettare il progresso perchè potrebbe comportare danni. Il punto però è un altro: i danni, sempre, non sono dovuti allo sviluppo tecnologico, ma al cattivo quando non sconsiderato uso che sovente se ne fa. In questo sarebbero fondamentali condanne molto dure per chi si rende responsabile di tragedie simili. Invece le vittime continuano ad essere private della giustizia a loro dovuta. Sembra proprio che più la fai grossa è meglio te la cavi! Accidenti!

    RispondiElimina