mercoledì 29 dicembre 2010

Stilisti della morte, un altro bel successo! Complimenti!

E' morta a 28 anni Isabelle Caro.
Isabelle era assurta agli "onori" della cronaca per aver accettato di posare per una celebre fotografia di Oliviero Toscani che testimoniava la terribile devastazione globale dell'individuo che la malattia anoressia induce nel corpo, dopo aver preso a tal punto possesso della mente da annientarla e piegarla al suo tetro regno.
E' successo a lei e lo abbiamo saputo solo più di un mese dopo perchè era famosa. Succede a molte altre ragazze e donne (e negli ultimi anni anche a qualche ragazzo) e non lo sapremo mai perché questa è una malattia che si nasconde, si nega e con cui è difficile confrontarsi. Per tutti.
E' utile ricordare che Isabelle è stata una modella? Una delle ragazze devastate dalla nobilissima la schiera di quegli squittenti stilisti che sorridono e sculettano di gioia e allegria in TV mentre i loro conti in banca si gonfiano di migliaia di miliardi fatti insultando il corpo delle donne, di cui essi stilisti (certo non tutti, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra!) plasmano crudelmente il "pedigree" attraverso la spudorata teorizzazione della devastazione della figura fisica femminile e i conseguente annullamento di quella specificità di genere, che è insieme dignità, umanità e bellezza unica e incomparabile nell'Universo.
Grazie a loro. Davvero grazie! Possa un Dio, che esiste e vede, ricordare il loro contributo alla civiltà umana! E possiamo tutti noi non comprare più nemmeno uno straccio per pulire il pavimento da questi signori!
Sono troppo brusco?
E' che mi fa incazzare a sangue il fatto che un essere pensante e umano possa mandare a sfilare in passerella invece che cercare di curare e aiutare e proteggere e amare la sofferenza immensa che deve avere nel cuore una ragazza come quella che appare nella foto? (Che è appunto Isabelle Caro).
Aggiungo questo link a un blog che tratta molto meglio di quanto possa fare io l'argomento e commenta questa notizia.

1 commento:

  1. Ehi.. grazie per il link al mio blog.
    Riguardo agli stilisti, la penso abbastanza come te; del resto se molte malattie non fossero un business sarebbero trattate diversamente. Mi sa che è un po' l'eterna tecnica di "privatizzare i profitti, socializzare le perdite": qualunque malattia è un costo enorme per la società, ma se per particolari gruppi può costituire una fonte di reddito non si esita a fomentarla e la società non ha ancora mezzi adeguati per difendersi da questo meccanismo basato su parassitismo e predoneria. Da questo punto di vista sono malattie fatali per la società, ma molto redditizie per gruppi che la predano, la guerra, la droga, la prostituzione e il traffico di ragazze e bambini, la depressione, la bulimia/anoressia e naturalmente ogni "malattia" riconosciuta ufficialmente come tale, meglio se rilevante come estensione e costi, dall'AIDS al cancro - non credi? più si estende e più si allargano i gruppi interessati, e più diventa difficile combatterla - appunto quello che sta succedendo per bulimia/anoressia, nella pacifica indifferenza di milioni di genitori che non sanno quale mostro dorma nella stanza a fianco, ben stretto all'adorata bambina.
    Riguardo alle passerelle... tanto spesso sono solcate da ragazze così visibilmente malate che ci si chiede come mai tutta quella folla che assiste non si alzi indignata, non si senta in colpa per omissione di soccorso, non si faccia domande, almeno.

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