C'era una volta (siamo verso la fine degli anni '70) un amministratore delegato di una società immobiliare di nome Edilnord.
Il suo nome era, ed è, Guido Podestà.
Direte: "Quello che adesso è presidente della provincia di Milano?". Yesss. Propi lü!
Direte: "L'Edilnord… quella del Berlusca, il presidente del consiglio?" Yesss. Propi quèla!
Non vi meraviglierete allora se oggi il dipendente beneficato si appresta a consegnare un bel premio al suo padrone di un tempo (ma solo di un tempo? - Podestà è stato portato all'augusta carica di Presidente della provincia proprio dal Berlusca...)
>>>>>>>>>>>>Il premio è il "Grande Milano" e quindi ci voleva una grande motivazione!
Sentite un po': "Statista di rara capacità conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il Paese verso un futuro di donne e di uomini liberi che compongono una società solidale fondata sull'amore, la tolleranza e il rispetto per la vita".
"Roba da pazzi..." direte. Neanche per sogno!
Perchè "…con straordinaria lungimiranza e capacità ha reso Milano, la sua amata città, grande in Italia e nel mondo"
E di rinforzo: "…ha scelto di dare il proprio contributo mettendosi con coraggio a servizio del Popolo italiano perseguendo la sia missione di libertà".
E non bastasse: "Personalità dallo straordinario carisma è amato da tanti italiani perchè uomo tra la gente e con la gente, della quale ha compreso i bisogni più profondi sapendo interpretarne le aspettative"
!!!!!!!!!! Questi punti esclamativi sono miei, tutto il resto è roba loro.
Succedono, insomma, cose da far accapponare la pelle. La mia maestra delle elementari avrebbe detto "roba da chiodi!"
Non bastano le leggi ad personam, le ruberie, le bugie spudorate, le figure di merda internazionali, la violazione delle regole, le amicizie con benemeriti dell'Onorata Società e via di seguito... per farci capire che Cesare è proprio Cesare anche se all'anagrafe fa Silvio ci sbatte sui denti anche il premiuccio.
Ma sono solo facce di tolla incommensurabili o c'è di più?
Ricordo il buon Enzo Biagi che sosteneva che, se avesse avuto le tette, il nostro premier avrebbe aspirato anche a fare l'annunciatrice.
Ricordo che un tale scrittore di nome Nicolas Chamfort (Settecento francese, tanto per far vedere che un briciolino di cultura l'ho pure io…) diceva che c'è gente che pur di mettersi in mostra salirebbe sul patibolo… (e diceva anche che c'è chi, per cuocersi le uova, non esiterebbe a bruciare la vostra casa).
Ricordo anche che c'è un paese al mondo, la Corea del Nord del "Caro Leader" Kim Jong-il figlio del "Presidente eterno" Kim Il-sung, a cui rischiamo di assomigliare sempre più. Un paese di cui il compianto Tiziano Terzani ebbe a dire "il fatto che la gente creda davvero di vivere in Paradiso è il più grosso successo del Regime".
E qui di gente che crede di stare in Paradiso ce n'è fin troppa!
Meditare è il minimo che si possa fare...
domenica 18 luglio 2010
giovedì 8 luglio 2010
Proviamo a terremotarci un po'...
Faccio un semplice copia/incolla di una mail pubblicata da chi gestisce il bel blog del Partito dell'Amore per portare la testimonianza di quanta poca verità la grancassa TV e comunicazione di governo (che poi è + o - la stessa cosa) ci abbia propinato sul terremoto a L'Aquila... Leggere e meditare è il minimo che si possa fare!
Su segnalazione di Roby (preziosissima) indico qui il link al post Non è possibile, di Miss Kappa.
Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Dice che risulto morosa da settembre 2009 e chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno causa terremoto, il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce, si scusa e mi dice che farà presente a chi di dovere. Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Dice che ha avuto la fortuna di visitare L'Aquila un paio di anni fa, ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio. Mi sale il groppo in gola e le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo, poi mi chiede com'è la mia città oggi. Io le racconto del centro militarizzato; che non posso andare a casa mia quando voglio; che, però, i ladri ci vanno indisturbati. Dei palazzi lasciati lì a morire e dei soldi che non ci sono, per ricostruire, né per aiutare noi a sopravvivere. Che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo, e pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte; e ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga solo 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo Stato non versa ai 27.000 cittadini senza casa che si gestiscono da soli, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati, senza nessun controllo. Io pago, in un paesino di 500 anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso, alveari senz'anima, senza neanche un giornalaio o un bar. Le racconto di una città che muore, e lei mi risponde "..non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo. Chiamate la stampa. Devono scriverlo.
Su segnalazione di Roby (preziosissima) indico qui il link al post Non è possibile, di Miss Kappa.
Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Dice che risulto morosa da settembre 2009 e chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno causa terremoto, il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce, si scusa e mi dice che farà presente a chi di dovere. Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Dice che ha avuto la fortuna di visitare L'Aquila un paio di anni fa, ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio. Mi sale il groppo in gola e le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo, poi mi chiede com'è la mia città oggi. Io le racconto del centro militarizzato; che non posso andare a casa mia quando voglio; che, però, i ladri ci vanno indisturbati. Dei palazzi lasciati lì a morire e dei soldi che non ci sono, per ricostruire, né per aiutare noi a sopravvivere. Che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo, e pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte; e ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga solo 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo Stato non versa ai 27.000 cittadini senza casa che si gestiscono da soli, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati, senza nessun controllo. Io pago, in un paesino di 500 anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso, alveari senz'anima, senza neanche un giornalaio o un bar. Le racconto di una città che muore, e lei mi risponde "..non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo. Chiamate la stampa. Devono scriverlo.
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giovedì 1 luglio 2010
Loving Army. Microbica adesione.
Il network del Loving Army non è altro che una connessione fra microrganismi... siamo microbi, e ce ne rendiamo conto; e proprio per questo contiamo. Perché.. se un solo virus può distruggere organismi fino a poco prima sani, la salvezza si deve più agli anticorpi che a ogni medicina. E questo vogliamo essere: anticorpi che, a prescindere dai risultati, conoscono il loro dovere. Riconosciamo la necessità di combattere e dunque ci impegniamo, ciascuno nel proprio minuscolo ambito, per operare una guarigione. Lo faremmo anche senza speranza: è il compito degli anticorpi. Ma sotto sotto confidiamo nel nostro potere; crediamo nelle favole. Siamo Davide contro Golia.
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